IN MEMORIA DI PAPA IOSEF RATZINGER: IL SENSO DELL’EPIFANIA

In memoria di Papa Iosef Ratzinger

IL SENSO DELL’EPIFANIA 2023 (1)

Giuseppe R.Brera*

La luce dal big bang ,partita 3 miliardi e ottocento milioni anni ,ci attraversa in ogni momento e in ogni luogo e il giorno della “epifania” chi vede in questo evento l’entrata di Dio nella storia e l’inizio di un nuovo tempo per l’umanità , celebra in questo giorno la manifestazione (epi-fania dal greco) di una luce che dà forma a un uomo nuovo e a un tempo nuovo. Come il “Big-bang” questa luce non è relativa a una fede religiosa, come un fatto privato,ma poiché illumina tutti, manifesta una nuova forma dell’universo, nella sincronia con  la nascita di Cristo-stella, in cui l’uomo e il tempo appaiono indissolubilmente uniti , come ci presenta il calendario quotidiano. La manifestazione dell’Uomo nuovo , che celebriamo, attraversa ,come la luce del Big-Bang, il nostro tempo quotidiano, come ricordato dal calendario : siamo nel 2023 Dopo Cristo, in ogni momento e spazio.

La manifestazione di questo evento, di questa stella e di questa nascita, segno dell’entrata di Dio nel tempo e quindi dell’eternità, oggetto della conoscenza scientifica che ha motivato lo storico viaggio degli astrofisici del tempo, non è un fatto solo storico ma cosmologico , epistemologico, teologico, ontologico che manifesta la nascita di una nuova antropologia : una nuova sapienza della scienza. La scienza, da quel momento, fatto storico, è divenuta profezia della verità, fatto epistemologico, come rivelazione dell’incontro dell’uomo con Dio, evento mistico, in quanto rivelazione del mistero di Dio, una Sua nuova autodeterminazione che si rivela all’uomo, con Gesù Cristo.

La verità dell’universo fisico diventa verità dell’universo umano, manifestazione di Dio, luce che illumina l’esistenza e nell’evento come S.Agostino ha scritto nel “De trinitate”, differenzia intelligenza da ragione, solo suo strumento.

L’Epifania non è l’incontro tra fede e scienza, ma la creazione di un nuovo modello epistemologico che trasforma la conoscenza scientifica, come profezia della verità e la verità come corrispondenza tra due libertà che scelgono d’incontrarsi, di conoscersi e di amarsi , la prima come rivelazione di sé come dono di salvezza dalla morte,la seconda come libertà dell’uomo che cerca e vede la luce della teoria ( orao+ zeos = vedere Dio) e la verità di Dio che finalizza la sua creazione all’intelligenza dell’uomo del suo nuovo essere nel tempo,entrando come luce nella storia, nella vita di ogni uomo. L’Epifania è la manifestazione dell’intelligenza di Dio che si fa persona nell’Uomo che nasce da una donna. La manifestazione della Sua luce all’intelligenza dello scienziato, fatto antropologico in quanto esistenziale, si presenta come necessità di Dio per salvare l’uomo e proporre alla sua libertà, se stesso , come salvatore dalla morte. La luce dell’intelligenza della teoria si rivela come epifania del dono di Dio all’umanità, di cui i veri scienziati divengono profeti e testimoni con la loro intelligenza creativa. La scienza diventa così rivelazione della salvezza di Dio attraverso l’intelligenza dell’uomo, fatto che può avvenire anche indipendentemente dalla consapevolezza di Dio da parte dello scienziato, nel paradigma incoerente e stolto dell’identità dello “scienziato” ateo , che vive Dio, come un suo limite e pone la scienza come uno “specchio di sé” (Eidolon) , un idolo, problema oggi contemporaneo proposto da scienziati stolti . L’idolo, come insegna la psicoanalisi ha la funzione di raccogliere la proiezione dell’onnipotenza narcisitica e catartizzare in senso messianico i sensi di colpa inconsci pre-genitali. Eureka ( ho trovato) è il momento propizio, ” il kairos”, in cui s’accende nell’intelligenza dell’uomo la luce del dono della creazione, frutto dell’incontro tra lo spirito dell’uomo accogliente il nuovo essere di Dio per l’uomo , rivelato in suo figlio . L’essere persona, come insegna papa Ratzinger, è il frutto di questo incontro. Il paradigma di Einstein ” la scienza senza religione è zoppa, e la religione senza scienza è cieca” è un dualismo superato nell’unità dell’esistenza dell’essere “persona”, rivelato nell’Epifania: l’intelligenza dell’uomo e l’intelligenza di Dio si uniscono nella creazione, compimento della tendenza naturale dell’intelligenza nell’unità. Einstein non aveva colto che la rivelazione della presenza di Dio nella storia era il compimento della ” religione” nell’unità dell’essere persona. La scoperta scientifica fa parte del progetto di Dio di salvare l’uomo dalla morte rivelando se stesso nell’essere persona dell’uomo e unendosi a lui cambiandone l’esistenza. Scienza ed esistenza escono da un dualismo astratto, sancito dalle religioni ebraico-islamica e si uniscono indissolubilmente nella scelta di Dio di cambiare la sua essenza, creando una corrispondenza continua con l’uomo, donandogli, come figlio la sua sostanza, cioè la sua divinità creativa nell’adozione a figlio.

Iosef Ratzinger- dottore della Chiesa in pectore-ha dato luce al senso di questa corrispondenza , spiegando la novità del cambiamento dell’essenza di Dio con la nascita di Gesù-figlio di Dio-che dà il senso alla Epifania. Dio si è rivelato nel momento dell’annunciazione a Maria , si rivela e si rivelerà sempre con una nuova essenza : l’essere per l’uomo e con l’uomo, che corrisponde a una nuova natura umana, “l’essere persona” per chi accoglie la luce. L’ essere nella luce di Dio, nella Sua grazia vede realizzata l’intelligenza e l’amore di Dio nell’unità con Dio costitutiva dell’essere persona. Scienza ed esistenza divengono inseparabili se e solo se lo scienziato accoglie la luce della teoria, come rivelazione del dono di Dio all’intelligenza per la costituzione del suo essere persona. Questa epistemologia mistica rende impossibile che la scienza divenga un idolo e un’astratta ricerca di leggi determinate e frammentarie, senza logos, che precedono la conoscenza ma una profezia dell’attualità dell’evento della creazione di un uomo nuovo, salvato eternamente dalla morte, una teologia della creazione. come nuova ontologia dell’esistenza. La procedura del metodo sperimentale è infatti ” Il possibile ( l’ipotesi) che diventa realtà (verità)e questa diviene essere persona nel tempo dell’esistenza, il che significa l’entrata dell’eternità (la verità) nel tempo dell’esistenza , fatto ontologico. Ma questa è anche la struttura epistemologica della filosofia , in cui il possibile per essere verità, non chiede la sperimentazione. Nella clinica, questo fatto “ontologico” assume un’importanza fondamentale dando un senso compiuto sia alla medicina che alla scienza medica. La verità della conoscenza sulla natura della malattia non è infatti indipendente dalla soggettività della persona sofferente, come il progresso della scienza medica compiuto nel paradigma della medicina centrata sulla persona insegna, ma la realizzazione nella relazione medico-paziente di un’unità trascendente l’empirico e il biologico, la conoscenza dell’essere persona per la salvezza dalla morte. Il medico deve dunque divenire un maieuta dell’essere persona del paziente e nella relazione con il paziente un maieuta del suo essere persona, un’epifania progressiva e nobile dell’unità della natura umana partendo dalla storia dell’esistenza e dell’attualità. Questo è il motivo per cui ignoranti, mercanti, cani e porci o potenziali assassini non possono essere medici. La malattia nasconde sempre una domanda ontologica fondamentale dell’uomo e della donna sulla natura del proprio essere, nella relazione con il medico “salvatore”: una domanda d’identità: chi sono io, chi sei tu. Ecco perché fare divenire i pazienti oggetto di bio-tecnologie, solo strumenti, è profondamente sbagliato , come anche chiudere la relazione medico-paziente nei risultati statistici dell’efficacia di tecniche terapeutiche, solo indice standardizzato non sostanza dell’irriducibile individualità della persona. Il vero scienziato è dunque un profeta , un teologo, un epistemologo e un filosofo: profeta perché rende possibile la manifestazione della luce del dono di Dio e divenendo oracolo della verità della Sua intelligenza creativa – il COVID-19 ci ha fatto vedere una pandemia dei falsi profeti; un teologo, in quanto rivela la verità come  luce salvifica per l’uomo della creazione di Dio nella sua intelligenza e nella sua libertà; un epistemologo “in atto” in quanto interpreta il vero senso della conoscenza, l’essere una persona reale, conoscendo il logos che in-forma il metodo e gli obiettivi; un filosofo in quanto “ l’eureka”, è un’ontologia che parla della verità, come eternità dell’essere nel tempo.

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  • Rettore dell’Università Ambrosiana